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L’ideografia cinese racconta il libro della Genesi

Analogia tra Bibbia ed antica ideografia cinese? Leggi qui il pdf

La civilizzazione cinese inizia 4500 anni or sono. Tuttavia le più famose Scuole di pensiero o religioni cinesi originano assai più tardi: il Taoismo prende avvio nel 6° secolo a.C., il Confucianesimo nel 5° secolo a.C. ed anche il Buddismo nello stesso periodo, anche se arriva in Cina soltanto nel 1° secolo d.C.

Esistono dunque circa 2000 anni della storia della civilizzazione cinese precedenti l’avvio di queste tre grandi Scuole di pensiero e di tradizioni religiose che hanno poi improntato la cultura cinese fino ai nostri giorni.

Ma a cosa credevano i cinesi prima del Taoismo, del Confucianesimo e del Buddismo?

Nei due millenni precedenti il 5°-6° secolo a.C. i cinesi veneravano un Dio unico cui assegnavano il nome di Shang Di, il “Re” o meglio “l’Imperatore che vive in alto” “che sta in alto”, “che sovrasta”. In alcuni testi questo Essere supremo è invece definito anche Tian Di che significa “Imperatore del Cielo” (essendo il cielo, come evidenzia l’ideografia cinese, ciò che sovrasta un grande uomo, dunque contemporaneamente il cielo atmosferico che vediamo con i nostri occhi, ma anche l’idea di una grande Entità che sta sopra un “grande” uomo e lo sovrasta.  

Si Ma Qian, il primo storico cinese, afferma nel Classico della Storia che l’imperatore Giallo, il fondatore della civilizzazione cinese, costruì un tempio sul monte Tai Shan proprio per venerare Shang Di, questo Dio unico. 

Vediamo cosa afferma a questo proposito lo Shi Jing (Vol 28, libro 6, pag 624): “Shang Di è un altro nome di Tian. Gli spiriti non hanno due sovrani”. Da questa affermazione si deduce che Tian Di e Shang Di non sono due Entità separate e diverse: si tratta di un unico Dio che viene definito in due maniere diverse. 

Dunque, a differenza di quanto accade nella gran parte del mondo occidentale e nelle civilizzazioni antiche che lo caratterizzano (come ad esempio l’egiziana, la babilonese ed assira, la cretese ed infine greca e romana) il mondo cinese precedente il V secolo a.C. ha un impianto monoteista che si fonda sulla presenza di un Essere Supremo definito Shang Di e/o Tian Di.

Abbastanza paradossalmente vista la distanza geografica delle due tradizioni, il Dio cinese ha caratteristiche simili a quelle descritte nella Bibbia per il Dio del Vecchio Testamento. 

Vediamo un passo degli antichi Classici cinesi che affronta questo argomento: 

«All’inizio c’era un grande caos scuro e senza forma. i cinque pianeti non avevano iniziato la loro rivoluzione e nemmeno le due luci (il sole e la luna) a risplendere (nel cielo). In questa nebbia non esistevano né forme né suoni. Tu, Spirituale Sovrano, assumesti la Tua Sovranità ed in primo luogo separasti il puro dall’impuro, creasti il cielo, creasti la terra e creasti l’uomo. (Ogni elemento del reale) Il reale prese vita e iniziò a riprodursi»

Questa antica descrizione cinese della creazione ha molte similitudini con quella del primo libro del Vecchio testamento: il libro della Genesi.

Genesi 1: 1-9

«In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. 6 Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. 7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. 9 Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne

Il libro della Genesi continua con gli avvenimenti dei giorni successivi fino ad arrivare alla creazione dell’uomo e della donna, di Adamo ed Eva, inizia poi il racconto dell’Eden, del primo peccato, della cacciata dal paradiso terrestre e della vita delle prime generazioni per arrivare infine al diluvio universale ed alla dispersione dopo l’inizio della costruzione della torre di Babele.

La scrittura cinese: dalla sua etimologia al racconto di episodi storici

Nessuno sa quale sia stata la vera origine della scrittura cinese ma quello che è certo è che ha alle sue spalle migliaia di anni di storia e contemporaneamente viene ancora utilizzata nel mondo moderno e contemporaneo.

La scrittura cinese risale perlomeno al secondo millennio a.C.: esistono numerosi ritrovamenti risalenti a quest’epoca di carapaci di tartaruga e scapole di bue incisi con ideogrammi primitivi che sono gli antenati di quelli attuali. Per questo motivo la scrittura cinese è in grado di documentare, attraverso i suoi segni tramandati nei millenni, antichi avvenimenti storici.  Inoltre questa documentazione è arrivata praticamente intatta tramite gli ideogrammi fino a noi.

Nel periodo che va dal 2500 a.C.  al V-VI secolo a.C. accaddero numerosi eventi relativi alla storia della Cina che la scrittura cinese ha documentato e raccontato attraverso i suoi ideogrammi e la loro complessa etimologia. 

Tuttavia alcuni autori sostengono che anche molti episodi biblici ed in particolare quelli del primo libro del Vecchio Testamento – la Genesi – trovino un interessante ed incredibile riscontro nell’antica scrittura cinese. Ma com’era arrivata in Cina la loro conoscenza? Non lo sappiamo!

Ricordiamo inoltre che la scrittura cinese si fonda su due serie di elementi: 

⁃ i pittogrammi, cioè disegni che riproducono oggetti che vengono identificati e descritti dal e nel disegno; i pittogrammi disegnano oggetti che rappresentano dei simboli che per analogia suggeriscono significati a questi simboli correlati;

⁃ gli ideogrammi, cioè un insieme di più pittogrammi (detti radicali degli ideogrammi) che sono appunto simboli che dal loro reciproco rapporto suggeriscono per analogia idee, concetti che assumono un contenuto astratto.

Il rapporto tra i vari radicali di un ideogramma racconta dei rapporti, delle relazioni e dunque per estensione delle storie, talvolta più storie contemporaneamente. Per certi versi si può affermare che gli ideogrammi rappresentano nella scrittura qualcosa di simile agli anagrammi dell’enigmistica. Dalla loro lettura ed interpretazione emerge un racconto.

Ciò significa che lo studio degli ideogrammi è in grado di proporre, di suggerire, ma anche di tramandare episodi storici o leggendari che li hanno informati.

Un tentativo di rilettura della Genesi con gli ideogrammi cinesi

Proviamo ora a leggere o meglio rileggere gli episodi più salienti della del Libro della Genesi utilizzando ideogrammi cinesi; vedremo delle coincidenze che fanno immaginare che gli antichi cinesi non potessero non conoscere questi racconti dal momento che la loro antica scrittura li riporta fedelmente. Queste coincidenze non sono infatti correlabili ad altri racconti o leggende dell’antica tradizione cinese.

Iniziamo con la creazione.

Genesi 1: 26

«E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”».

Da questo testo emerge un fatto incontrovertibile: la parola di Dio “Dio disse” è “creatrice”.

Proviamo ad utilizzare la lingua cinese per leggere questo brano. Dobbiamo utilizzare il carattere “zao” che significa “creare”. Il carattere “zao” evidenzia in maniera inconfutabile che nell’ambito dell’ideografia cinese la “parola” è creatrice. Il carattere è composto da un radicale che significa parlare, “pronunciare una parola” e da un secondo radicale che significa muoversi, camminare: dunque la “parola” “muove” e dunque “crea”. Non appena una “parola” viene pronunciata appare un movimento creativo.

La Genesi continua con la descrizione della parola creatrice, non appena Dio pronuncia un parola questa dà la vita a ciò che viene descritto dalla parola stessa.

Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu….

Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque»……

Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». 

11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie»…..

14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra»…..

20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo»……

24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie»…..

26 E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;

maschio e femmina li creò.

Attraverso la descrizione degli effetti di questa “parola creatrice” si arriva fino alla fine del sesto giorno ed al riposo del settimo ed infine alla benedizione da parte del Signore dell’uomo e della creazione.

Genesi 1: 22 

«E Dio li benedisse, dicendo: “Crescete, moltiplicate, ed empite le acque dei mari, e moltiplichino gli uccelli sulla terra”.»

I cinesi amano la parola “benedire”, in cinese “fu” che corrisponde ad un ideogramma che viene molto utilizzato anche come augurio per l’anno nuovo. Questo ideogramma nel giorno di capodanno cinese viene disegnato sulle cartoline, sulle porte, sui festoni perché significa anche “buona fortuna”, “prosperità” per la famiglia, per la casa, per il luogo di lavoro.

Proviamo ad analizzare il carattere “fu” che presenta diversi radicali: a sinistra un radicale che significa Dio, a destra, dall’alto verso il basso, tre radicali uno sopra l’altro che significano rispettivamente: “uno”, “uomo” e “giardino”. 

Dunque la benedizione, la prosperità, la buona fortuna sono l’esito di un rapporto tra “Dio” ed “un” “uomo” in un “giardino” pieno di frutti, in una famiglia piena di frutti, in un luogo di lavoro pieno di frutti.

È stupefacente che ancora oggi in un mondo che si dichiara prevalentemente agnostico come quello cinese l’ideogramma che viene utilizzato da tutti per indicare la buona fortuna nel giorno di capodanno faccia riferimento solo ad un “buon rapporto” tra Dio e l’uomo in un giardino (l’Eden?).

Continuiamo con il racconto della Genesi. Dio desidera una buona relazione con l’uomo e lo colloca nel giardino del paradiso terrestre.

Genesi 2: 15 

«Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse»

Vediamo ora di trascrivere questo concetto in cinese e partiamo da come si scrive giardino : si tratta dell’ideogramma “yuan” che presenta quattro radicali sovrapposti all’interno di un confine rappresentato dal quinto radicale. 

I quattro radicali interni significano rispettivamente “argilla”, “respirare con la bocca” e al di sotto troviamo due persone: un “uomo” ed una “donna” che spunta dal suo fianco. Questi quattro radicali sono racchiusi, come anticipato, da un confine, un recinto e sono dunque in un giardino.

Dunque il giardino descritto dal carattere yuan è un luogo dove un uomo ed una donna che spunta dal suo fianco originati dall’argilla respirano, dunque esistono, Si tratta di una coincidenza straordinaria con racconto della Genesi.

Andiamo avanti con il racconto.

Genesi 2: 16-17 

«16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Dunque il Signore da’ ad Adamo ed Eva delle indicazioni relative alla loro vita nell’Eden ed anche un comando che contemporaneamente è una proibizione. Vediamo ora come si scrive in cinese proibire e dunque proibizione. Si utilizza l’ideogramma “jin” che, come al solito, è composto da più radicali: in alto due alberi che rappresentano un giardino e al di sotto un radicale che significa rivelare. Dunque questo ideogramma racconta e descrive la proibizione come una rivelazione di origine divina relativa agli alberi di un giardino “non dovete mangiare” ”se mangerete, morirete”. Ma perché due alberi? forse perché rappresentano l’albero della vita e quello della conoscenza del bene e del male?

Ed infine compare finalmente la figura del serpente

Genesi 3: 1

«Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 

Inizia così il racconto della tentazione del serpente.

Vediamo come si scrive l’ideogramma “mo” che significa tentazione. Si tratta di un ideogramma piuttosto complesso che a sua volta è costituito dall’ideogramma di “spirito” “diavolo” “gui” più altri radicali. 

Vediamo prima “gui” che è costituito da un radicale che indica un “giardino” con un tratto al di sopra che significa “movimento”, al di sotto due tratti che indicano un uomo ed infine un piccolo tratto che significa “segreto” ”segretamente”. L’ideogramma può significare diavolo, ma anche qualcosa di sospettoso, un atteggiamento sospettoso e segreto. Il “diavolo” nell’ideogramma “mo” sta al di sotto di due alberi il tutto racchiuso da una copertura, il radicale esterno che copre e racchiude tutto.

Anche questo carattere sembra raccontare con grande dovizia di particolari l’episodio biblico della tentazione.

Ma le coincidenze non finiscono qui.

Genesi 3: 2-6

«Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.» 

Vediamo come si scrive “bramare, desiderare” in cinese, si utilizza l’ideogramma “lan” che, come i precedenti ha diversi radicali: in alto sempre i radicali di due alberi affiancati ed in basso quello di una donna. Dunque desiderare con bramosia corrisponde ad una donna al di sotto di due alberi. Pura coincidenza?

Analizziamo ora l’ideogramma cinese che si utilizza per indicare una “difficoltà”, una “preoccupazione”, uno “stress”. Si utilizza l’ideogramma “kun” che corrisponde ad un albero all’interno di un recinto. Un’altra strana coincidenza…..

Eva non resiste alla tentazione.

Genesi 3: 6-7

«Eva…..prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.»

Dunque Adamo ed Eva mangiano il frutto proibito e commettono il primo peccato che in cinese si identifica con l’ideogramma “zui” a sua volta composto da tre radicali: in alto il radicale del numero 4 e al di sotto due radicali di due persone messe con la schiena della prima contro la schiena della seconda, dunque dorso a dorso. Queste due persone dorso a dorso significano “contro”. Dunque in totale l’ideogramma significa “4” “contro”, cioè 4 opposizioni, 4 contraddizioni. Secondo alcuni autori esistono 4 contraddizioni nel racconto biblico del primo peccato.

1 «Il serpente ….. disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Si tratta della prima contraddizione perché Dio non aveva affermato così ma aveva detto che potevano mangiare tutti i frutti eccetto uno, non dovevano mangiare soltanto i frutti di un albero: quello del bene e del male.

2 «Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Seconda contraddizione: Dio non aveva intimato di non toccare l’albero ma soltanto di non mangiarne i frutti.

3 «Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto!» Dio non aveva affermato questo ma al contrario aveva detto “se lo mangerete, morirete”.

4 «Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Il serpente afferma che sarebbero diventati come Dio, ultima contraddizione.

Dunque, secondo questa interpretazione dell’ideogramma “zui”, il peccato è la conseguenza di 4 (radicale in alto) contraddizioni (radicali in basso).

Genesi 3: 7 

«Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.»

L’ideogramma che significa nudo è “luo” che, a sua volta, è costituito da più radicali, a sinistra un vestito che se ne va, ed a destra un frutto sopra un albero. Anche questa è una strana combinazione altrimenti inspiegabile secondo la tradizione cinese perché essere nudi dovrebbe essere messo in relazione con con un albero e con il suo frutto?

Genesi 3: 8 

«Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.»

«Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».

Nascondersi in Cina si identifica con l’ideogramma “duo” che come al solito è composto da più radicali: a sinistra il radicale “shenti” che significa corpo, a destra il radicale del numero 9 che sovrasta il radicale di albero. Nascondersi dunque è identificato dall’idea con il mettersi dietro ad un albero che copra il proprio corpo, oppure fare si che il proprio corpo di identifichi con un albero.

Ma perché Adamo ed Eva si erano nascosti?

Perché sapevano di aver commesso un peccato e ne percepivano la colpa. In cinese colpa si identifica con l’ideogramma “kui” che, a sua volta, è composto dal radicale cuore a sinistra (la sede di tutti i sentimenti e di tutte le emozioni) e da quello diavolo a destra: dunque la colpa è avere il diavolo nel cuore. Così il peccato e la colpa si inserirono per la prima volta nella natura della vita dell’uomo.

Si potrebbe continuare a lungo ad analizzare il racconto del libro della Genesi e troveremmo tante altre affinità tra gli antichi ideogrammi cinesi e gli episodi di questo primo libro della Bibbia. Molti studiosi pensano che anche gli episodi del diluvio universale e della torre di Babele trovino un interessante riscontro nell’ideografia cinese e avanzano l’ipotesi che un fenomeno migratorio da Occidente verso Oriente abbia permesso al racconto biblico di arrivare fino in Cina e di arrivare con così tanta potenza da aver informato la scrittura di molti antichi ideogrammi che raccontano nella loro etimologia le stesse storie del racconto biblico o quantomeno storie simili e comunque parallele.

Concludo con l’analisi di due ultimi ideogrammi: quello che significa migrare, in cinese “qian” e quello che significa ovestxi” in cinese.

Cominciamo con l’ideogramma “xi”, ovest che ci parla della storia di “un” “uomo” che vive in un “giardino”: il paradiso terrestre?

L’Eden secondo la tradizione doveva essere tra Tigri ed Eufrate e dunque ad Ovest della Cina? Non lo sappiamo ma certamente non sappiamo nemmeno perché ovest si dovrebbe scrivere con un ideogramma che rappresenta un uomo in un recinto, in un giardino.

E infine l’ideogramma migrare “qian” che, a sua volta contiene il radicale “ovest”. Migrare è il “fermarsi”, lo stop dopo un “grande” “cammino” da o verso “ovest”.  Anche in questo caso non ci sono altre spiegazioni convincenti che giustifichino l’accostamento di questi radicali. 

Tutte coincidenze? Probabilmente si e certamente molto suggestive. Coincidenze che pongono domande cui per ora non sappiamo fornire risposte esaurienti!